Patologie dell'anca
Displasia dell'anca
La displasia dell’anca è la più frequente malattia scheletrica del cane in crescita, di natura ereditaria, in grado di compromettere la qualità della vita del cane e le sue prestazioni fisiche. Consiste in una malformazione dell’articolazione che comporta una degenerazione progressiva nel tempo. La malattie è su base ereditaria, si manifesta durante la crescita e la sua espressione è influenzata da svariati fattori, tra cui l’intensità dell’attività fisica, l’alimentazione e la velocità di crescita.
Si manifesta nel periodo dello sviluppo in cani appartenenti a tutte le razze, con una predilezione per i cani taglia media, grande o gigante. L’età di comparsa dei sintomi dipendere dalla gravità della malattia. Le forme più severe si manifestano già nel cucciolo, mentre quelle meno gravi in età adulta o anziana.
I cani in accrescimento (5-8 mesi di età) affetti da grave displasia, presentano andatura incerta o rigida, hanno difficoltà ad alzarsi o a saltare e mostrano riluttanza al movimento. A volta tendono ad utilizzare contemporaneamente entrambe le zampe posteriori al galoppo (andatura a coniglio). I cuccioli affetti da displasia vengono spesso ritenuti pigri o svogliati dai loro proprietari più che sofferenti, proprio perché si stancano facilmente e si siedono spesso.
Nei cani adulti o anziani affetti da displasia i sintomi sono dovuti all’artrosi e sono rappresentati da rigidità, soprattutto dopo un periodo di riposo (dolore a freddo), o dopo uno sforzo prolungato, limitazioni del movimento di diverso grado e riluttanza all’esercizio fisico.
Le cause che entrano in gioco nel determinare la displasia dell’anca sono di natura genetica, ambientale e nutrizionale.
Componente genetica: è sicuramente il fattore più importante, senza la componente genetica infatti non può esistere displasia. La modalità di trasmissione ereditaria è determinata da numerosi geni, è quindi di tipo poligenico. La malattia può essere trasmessa da un genitore ad un discendente anche se il genitore non presenta displasia perché questi può essere “portatore sano” dei geni della malattia. La displasia, infatti, non si esprime in tutti i soggetti che possiedono i geni della malattia nel DNA (geneticamente colpiti), ma solo in una parte di essi.
Componente ambientale e nutrizionale: nell'espressione della gravità della patologia sono interessati anche importanti fattori ambientali quali l'alimentazione, il tipo e la quantità dell’esercizio fisico, eventuali traumi e possibili malattie concomitanti. Questi fattori ambientali sono in grado di incidere sul grado della displasia, quindi sulla gravità dell’espressione della malattia, ma, in genere, non sulla presenza o l’assenza della patologia.
Diagnosi precoce
Una diagnosi più precoce possibile consente di individuare la malattia ai suoi esordi e di mettere in atto le misure necessarie per contrastare o per limitare il più possibile il suo sviluppo. I primi segni di displasia si possono già rilevare con sicurezza all’età di 4 mesi; è pertanto fortemente consigliato sottoporre tutti gli animali appartenenti a razze a rischio, anche se sintomatici, ad una valutazione ortopedica e radiografica precoce.
Trattamento
In caso vengano rilevati i segni precoci di sviluppo di displasia, in funzione della gravità delle alterazioni riscontrate, saranno consigliati i rimedi più opportuni. Nei casi più lievi si potrà intervenire solo sulla gestione del cucciolo durante la crescita, attraverso il controllo dell’alimentazione ed opportune norme di comportamento. Nei casi più significativi potranno essere indicati degli interventi chirurgici correttivi che, se effettuati in giovane età, possono portare alla completa risoluzione del problema ed allo sviluppo di articolazioni normali.
Necrosi asettica della testa del femore
E’ una malattia ortopedica dello sviluppo che interessa l’articolazione dell’anca, solitamente monolaterale, che colpisce cani appartenenti a razze di piccola taglia o toy e che si manifesta solitamente fra i 4 e i 12 mesi di età. E’ causa di grave zoppia posteriore, conseguente ad un’alterazione della vascolarizzazione della testa e del collo femorale. La causa del problema non risulta ad oggi completamente conosciuta. Tra le possibili cause vanno ricordati i fattori ereditari, le infezioni, i traumi, gli squilibri metabolici ed ormonali e le anomalie vascolari.
Il trattamento della patologia consiste nella rimozione (escissione) della testa femorale con conseguente formazione di una falsa articolazione formata da un cuscinetto di tessuto fibroso o nell’inserimento di una protesi totale dell’anca.